11 09

Caro Claudio, “È stato bellissimo stare assieme.” Ricordi quel momento, è stato il nostro apice e non ce ne siamo accorti. Avremmo dovuto capirlo, sarebbe stato più tragico ma molto più onesto. E più simile ad un romanzo, avresti aggiunto. Lo ricordo anch’io. Ricordo l’inverno nei tuoi occhi, il senso di inevitabile disfatta. Ricordo anche che sul momento non capii che le mie parole mi avevano preceduta. Credevo fosse il commiato dopo una giornata passata assieme, e invece stavo parlando per sempre. Ti guardai che mi guardavi, muto. Avrei dovuto capirlo, avrei dovuto lasciarti allora. Ci ero così vicina ormai. Ed invece abbiamo continuato, e da li è stato, lo sai, sempre peggio. La tua ansia ha cominciato a logorarci, perché già si intravvedeva la piega che stavamo prendendo, diventando sempre più una questione puramente meccanica. Lui, lei, stanno assieme, si baciano, fanno l’amore. Mi faceva paura già allora, ma non avevo il coraggio di essere drastica. Continuavo a ripetermi, Sii paziente, uno di questi giorni capirà. Vedrà i limiti del nostro comportamento, della sua miopia emotiva. E forse cambierà, smetterà di darmi per scontata, e tutto tornerà come all’inizio, quando l’ingenuità e la continua sorpresa ci toglievano letteralmente il fiato, quando svegliarsi l’uno accanto all’altra era ancora una poesia. Così mi illudevo, e continuavo scegliere la strada più facile, che mi ha portata però nel cuore del labirinto, dove l’unica via d’uscita è questa lettera. E non è indolore. Sto soffrendo, anche se forse non mi crederai. Non pensare di essere l’unico che starà male. E ti anticipo, se vuoi evitare che ti succeda di nuovo, non chiuderti. L’autocommiserazione non ti porterà da nessuna parte, è insopportabile per chi ti sta intorno – ne so qualcosa. Sto soffrendo ma non mi fa male starti lontano, ora. Non sopporterei il tuo sguardo da cane bastonato, dopo che per mesi e mesi non vedevi – non volevi vedere, non ti interessava, eri troppo tronfio – al di là del tuo cazzo. Quindi, sì. Ti lascio. Fatti vivo quando te la senti, ma non implorare, sarebbe terribile per entrambi. È stato bellissimo stare assieme. ciao. A.

3 Risposte to “11 09”

  1. Un po’ come quando in Eternal Sunshine Clem dice su Joel “non sopporto più la sua aria da cucciolo ferito”.

  2. Molto bella questa lettera. Mi piace la descrizione dell’abitudine e dell’addio per evitare danni. Non si trascina una vita, ma la si vive, proprio per il concetto di vita stessa.

  3. (raccolgo la nota semantica)

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