Archivio per agosto, 2009

11 08

Posted in Uncategorized on agosto 29, 2009 by abissiscarlatti

11 08

Dov’è l’errore?

I finanzieri che mi sequestrano il fumo (grammi uno virgola cinque) sono degli stronzi, senza cervello e senza volontà ad essere buoni. Obbediscono a – implementano – delle leggi completamente irrazionali, votate da dei politici che non vedo come possano essere altro che ignoranti (se non hanno idea di quello su cui stanno legiferando, ed operano inbuona fede in nome di non capisco bene quali principi) o malvagi (se sanno quello che fanno e lo fanno per precisi fini, che si possono forse intuire, ma che non discuterò ora). Questi, ehem, fetenti, sono votati – siamo in democrazia – dalla maggior parte dei votanti. I cittadini che li scelgono, o che non fanno niente per non farli scegliere, sono concausa, parte attiva, maggioranza silenziosa, nel farmi trattare come un criminale (dallo psicologo!) perché fumo.

Quindi, mentre cammino per città, sono circondato dai miei nemici, dai miei persecutori. Tutti, o la stragrande maggioranza, di quelli che ho intorno in un qualsiasi momento, sono contro di me.

Sono la mia gabbia*. Ed io li ODIO.

*cit. Skruigners

08 09

Posted in Uncategorized on agosto 20, 2009 by abissiscarlatti

08 09

Poi pensavo: se mi immagino nei dettagli un avvenimento verosimile solo in funzione del racconto (orale o scritto) che poi ne farei, non potrei saltare la noiosa parte “reale” e passare direttamente alla narrazione?

08 09

Posted in Uncategorized on agosto 16, 2009 by abissiscarlatti

08 09

Fatto (nel senso di verità): la vita senza alcool è molto meno poetica.

Gli stessi luoghi, le stesse facce che un anno fa mi avvolgevano con l’atmosfera che sprigionavano, ora mi fanno molto meno effetto. Credo che sia, beh intanto l’alcool mi fa commuovere molto più facilmente, e mi piacciono le emozioni a buon mercato. Ma non è solo questo, o forse questa non è una spiegazione. Credo che essere sobrio mi faccia sentire ogni stimolo in modo distaccato, separato, clinico. La sbronza, o comunque l’essere alterato, mescola tutto, crea come dicevo sopra dell’atmosfera. Forse generalizza, nel senso che le persone si trasformano in tipi e le sensazioni mi sembrano più universali. E sono molto più portato – sì, mi sembra questa la spiegazione migliore – a sentirmi parte, o testimone, di qualcosa di grande, di trascendente. Il che naturalmente è parecchio poetico. Che poi da ciò si possa dedurre che la situazione non è poetica in sè, beh non significa (cari i miei salutisiti), proprio niente. Nulla, credo, è poetico in sè, e tutto lo è solo dentro di noi.

No? Grandi verità oggi. Un saluto da Gran Canaria.

07 08

Posted in Uncategorized on agosto 13, 2009 by abissiscarlatti

07 08

Tempo fa stavo versando del caffè freddo dalla brocca ceca, che si era incrinata al contatto col liquido quando era ancora caldissimo. Ma forse questo non c’entra.

Finito di versare, o forse mentre versavo, ho rovesciato il bicchiere sul tavolo di legno. Un signor tavolo, regalo di nozze ai miei dai loro amici. Io volevo bere quel freddo caffè dolce, ed ho quindi cominciato a succhiarlo dalla lucida superfice. Mentre me ne stavo là accucciato la mente, senza motivo apparente nel suo vagare da un pensiero ad un altro come una mosca in una stanza, ha fatto una grande scoperta.

La lingua è una discretizzazione della realtà!. Come ridurre una curva ad una sequenza di segmenti. Ma ogni lingua discretizza a modo suo, come se questi segmenti non fossero tutti posizionati negli stessi punti. Quindi è impossibile tradurre esattamente da una lingua all’altra.

Folgorato da questa intuizione (epifania?), ho smesso un momento di bere e mi sono messo a scrivere. Gioioso ho poi terminato l’opera, e nel mettere nel lavello  la brocca ceca, una bella brocca di vetro verde quasi preziosa, l’ho fracassata.

Sapevo che non dovevo toccarla.

06 09

Posted in Uncategorized on agosto 11, 2009 by abissiscarlatti

06 09

Festa di Francesca:

Compie gli anni a mezzanotte. Aspetto a casa, leggendo, fino alle undici e mezza. Esco, trovo la solita compagnia di cani e fattoni più o meno sconvolti e criminali; saluto tutti e non dico niente a nessuno. Al momento giusto mi unisco alla baldoria, e subito ritorno solo tra la folla.

Presto mi rendo conto di non avere altra possibilità che andarmene di nascosto.

08 08

Posted in Uncategorized on agosto 9, 2009 by abissiscarlatti

08 09

Sono sulla spiaggia di Pozo Izquierdo a Gran Canaria, e sto guardando i campionato mondiali di windsurf. Questa gente fa dei salti incredibili, volano in alto per dieci, quindici metri, e quando raggiungono il culmine si lanciano in capriole ed avvitamenti semplicemente folli.

In questo momento in acqua c’è uno dei più forti, sta chiundendo un salto dopo l’altro e pare destinato alla vittoria. Mentre lo sto osservando estasiato – è fermo a mezz’aria altissimo sopra il mare -, vengo rapito da un immagine mentale, come un forte ricordo irresistibile. Solo che non è un ricordo, ma la mente del tipo in acqua. Per un momento vedo l’acqua e le onde, distanti sotto di me. Ho paura. Molta paura. Non riesco neanche a stupirmi di quello che mi sta succedendo perché sono terrorizzato dall’altezza. In un attimo lascio andare l’attrezzatura e cado.

In quel momento rinvengo, sbatto gli occhi e faccio in tempo a vedere il campione che cade in mare. Riesce in qualche modo a recuperare l’attrezzatura ed a rientrare. Cammina sui ciotoli scivolosi, ha lo sguardo sbarrato ed incespica. Quando per un istante i suoi occhi incrociano i miei, vedo che intuisce. Intuisce e la cosa lo fa rabbrividire, volta lo sguardo. Altre persone lo avvicinano, lo confortano e cercano di capire cosa gli sia successo. Io non sono meno stranito di lui. Con grande sforzo mi alzo, e me ne vado.

09 08

Posted in Uncategorized on agosto 6, 2009 by abissiscarlatti

09 08

Stamattina mi sono svegliato pensando ad un diario di qualche impresa, qualcosa che devo aver letto in passato, ma di cui mi ricordo solo la forma, sfuggendomi del tutto la sostanza.

Come quando da camera mia a *** sento le voci in cucina e ne colgo perfettamente il tono in ogni frase, senza capire una singola parola. O forse anche come quando, da piccolo, nel silenzio, ancora, di camera mia, attribuivo atteggiamenti ai rumori, come se parlassero e discutessero, il cigolìo della lampada della scrivania, qualche passo in altri appartamenti…

Una cosa tipo

giorno/mese

Ho sentito nome, dice che per verbo oggetto devo aspettare ancora un po’, ma non so se c’è tempo. L’altro ieri invece ho visto nome2, che mi ha informato a fondo su oggetto2.

Sono teso ma fiducioso, si farà

07 06

Posted in Uncategorized on agosto 4, 2009 by abissiscarlatti

07 06

Tornare da casa di A, solo sulla strada buia che profuma di verde ed umido, e che coi soli suoni della bici, del vento, e di qualche uccello, rimescola vaghi echi di ricordi di vacanze passate, come un alone di sensazioni ed emozioni, tutte imbevute di grecia ed estate.

Portano con sé una malinconia che toglie il fiato e blocca lo stomaco.

S O F F O C O

07 09

Posted in Uncategorized on agosto 2, 2009 by abissiscarlatti

07 09

I ought to have left the place that evening and never set eyes on her again. I felt even then that in a love which is not reciprocated—I might as well say, in love, for there are people for whom there is no such thing as reciprocated love—we can enjoy only that simulacrum of happiness which had been given me at one of those unique moments in which a woman’s good nature, or her caprice, or mere chance, bring to our desires, in perfect coincidence, the same words, the same actions as if we were really loved. The wiser course would have been to consider with curiosity, to possess with delight that little parcel of happiness failing which I should have died without ever suspecting what it could mean to hearts less difficult to please or more highly favoured; to suppose that it formed part of a vast and enduring happiness of which this fragment only was visible to me, and—lest the next day should expose this fiction—not to attempt to ask for any fresh favour after this, which had been due only to the artifice of an exceptional moment. I ought to have left Balbec, to have shut myself up in solitude, to have remained so in harmony with the last vibrations of the voice which I had contrived to render amorous for an instant, and of which I should have asked nothing more than that it might never address another word to me; for fear lest, by an additional word which now could only be different, it might shatter with a discord the sensitive silence in which, as though by the pressure of a pedal, there might long have survived in me the throbbing chord of happiness.

from Marcel Proust, In Search Of The Lost Time, 4,2. Translation from italian by the owner of this blog. Thranslation from french by some guy I don’t know.

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